Progetto “Disagio giovanile”
Presentazione
Il progetto vuole fornire un aiuto ai giovani disagiati nel tentativo di recuperarli per proiettarli verso un modo sano di relazionarsi verso la società. Il progetto operativo allegato si basa su concetti relativamente recenti che inquadrano il disagio sociale dei giovani nell’ambito dei disturbi post-traumatici studiati dallo psichiatra Bessel van der Kolk, psichiatra a Chicago a partire dagli anni 60.
Un ambiente familiare disagiato può causare disturbi psichici che si esprimono come difficoltà relazionali. Jacob Moreno, psichiatra rumeno, già negli anni 30 del secolo scorso aveva sviluppato il metodo conosciuto come “drama therapy” utilizzandolo per aiutare persone con disturbi post traumatici, anche se tale definizione è degli anni 60. In questo periodo era diffusa l’opinione che i comportamenti sociali violenti erano il riflesso dell’indole personale e non l’effetto di esperienze difficili. In seguito, anche van der Kolk ha applicato metodi come la recitazione per aiutare i soggetti che esprimevano comportamenti sociali violenti. Anche al di fuori dell’ambito psichiatrico la recitazione è utilizzata per aiutare i giovani a superare la loro timidezza e rafforzare la sfera relazionale.
Questo progetto è stato offerto al Comune di Siena che ha considerato la nostra sponsorizzazione utile nell’area del disagio giovanile presente nella zona di Isola D’Arbia. In questa zona non esiste un problema di tipo psichiatrico ma semplicemente comportamenti che se non corretti potrebbero causare difficoltà maggiori. Sarà portato avanti dall’Associazione Sobborghi che ha lunga esperienza nell’applicazione delle tecniche teatrali come supporto al recupero di soggetti che presentano problematiche relazionali.
Premessa
Un “adolescente a rischio” vive in un contesto socio-culturale multiproblematico, in cui anche la famiglia, primo momento educativo per un minore, non garantisce una stabilità educativa tale da evitare che il comportamento minorile divenga, dunque, una patologia o una devianza. La trasgressione, l’uso di sostanze, i comportamenti antisociali o propriamente devianti, non sono solo semplici manifestazioni del travaglio adolescenziale, o voglia di voler sperimentare il proprio coraggio o sfidare le regole sociali, ma sono l’espressione di un serio disagio che espone l’adolescente al rischio di “fissarsi” in una condizione di disagio cronicizzante.
Spesso l’ambiente stesso in cui il minore è inserito, di fronte alla manifestazione del disagio, reagisce mettendo in atto meccanismi di espulsione ed emarginazione, per cui l’adolescente rischia di interiorizzare la propria condizione di svantaggio sociale. In questi casi mediante la promozione dell’attività teatrale, il giovane può prendere coscienza del proprio mondo interiore e del rapporto con il proprio corpo, imparando ad esprimere le proprie emozioni, superando difficoltà ed insicurezza e spronando e potenziando le capacità creative. Il teatro, così vissuto, diviene strumento comunicativo di grande efficacia, capace di assolvere ad una funzione “sociale”, si basa sulla possibilità di un coinvolgimento emotivo ed affettivo dei ragazzi.
Grazie all’attività teatrale i ragazzi possono manifestare la fantasia di entrare in altri mondi e la capacità di assumere ruoli a loro pertinenti.
Attraverso la drammatizzazione si promuove l’apprendimento di una tecnica gradita ai ragazzi (dei quali si mette in evidenza il carattere, la presenza di spirito, l'ordine mentale, la capacità di recitazione e di gesto, l'intuizione creativa, artistica e musicale), ma anche la possibilità di creare un’occasione di incontro con un testo, con un messaggio, con un problema: in definitiva trattasi di una modalità nuova di comprendere e di conoscere.
L’attività teatrale produce anche un momento di condivisione e collaborazione per arrivare ad una possibile realizzazione di un elaborato scenico.
Obiettivi del progetto
Prevenzione delle devianze giovanili.
Beneficiari
Adolescenti a rischio di esclusione sociale residenti nel Comune di Siena (Isola d’Arbia).
Articolazione del progetto
Al fine di un coinvolgimento “partecipato” e non passivo dei giovani target del progetto, che li veda protagonisti in prima persona, si prevedono le seguenti fasi:
1. intercettazione della domanda
Questa fase vedrà coinvolti gli operatori sociali del Comune e della Sobborghi onlus. I giovani verranno stimolati attraverso piccole happening che si svolgeranno “a sorpresa” nei luoghi di ritrovo tipici del soggetto target del progetto (strada, bar, ecc.)
2. fase di ascolto
Tramite incontri settimanali, presso il centro giovani del comune di Siena, ubicato ad Isola d’Arbia, con gli operatori dell’Associazione Sobborghi i partecipanti al progetto verranno stimolati ad esternare le proprie necessità in termini di espressione artistica,
3. decodificazione delle necessità
Assieme ai giovani verranno analizzate le loro proposte e verranno sviluppate le metodologie sia espressive che drammaturgiche che conducano ad un percorso evolutivo 3.
4. realizzazione delle attività
In questa fase verrà portato avanti il programma stabilito e condiviso con tutti attraverso degli incontri mensili tra operatori qualificati dell’Associazione Sobborghi ed i giovani coinvolti. Il progetto prevede degli step espressivi in forma da elaborare (performance, spettacoli, letture ecc.) a seconda dell’evoluzione del laboratorio teatrale.
Operatori coinvolti
2 operatori teatrali della Associazione Sobborghi
Operatori sociali del Comune di Siena
Tempi
Il progetto ha durata di anni 3.
ALTERO BORGHI Attore e Regista è nato a Siena il 24 Agosto 1953 e si è laureato in Lettere Moderne con una tesi sulla storia del Teatro. Nella decade dal 1965 al 1975 ha frequentato il Piccolo Teatro della Città di Siena e il Teatro d’avanguardia Roma. Negli anni successivi ha partecipazione come attore in film, trasmissioni televisive Rai e Mediaset. Dal 1986 insegna performance di fonetica con le tecniche teatrali per stranieri nelle scuole di Lingua Italiana, dal 1993 ad oggi è regista di Laboratori teatrali che coinvolgono giovani studenti e dal 1993 al 2006 è stato regista teatrale presso l’Istituto degli Scolopi di Firenze. Infine dal 1995 al 2012 è stato regista dei laboratori teatrali all'interno della Casa di reclusione di S. Gimignano, Ranza con due Laboratori: il primo sempre nel Padiglione Media Sicurezza ed attivandone un altro nel Padiglione Alta Sicurezza. Nel 1997 ha fondato l'Associazione Culturale Sobborghi Onlus di cui è il Legale rappresentante. Questa associazione culturale è una libera associazione di persone che operano nel contesto socioculturale dell’emarginazione attraverso tutti i mezzi di espressione artistica: teatro, cinema, televisione, musica, danza, mimo e drammaturgia. Il ruolo dell’associazione è dare una struttura ed un coordinamento a tutta una serie di progetti sviluppati dai soci. Più precisamente, “l’Associazione si prefigge di sviluppare la conoscenza e il confronto artistico tra soggetti appartenenti a realtà diverse, con particolare attenzione a situazioni di disagio al fine di un recupero ed un reinserimento sociale di detenuti, portatori di handicap, extracomunitari etc. Questa attività lo ha portato ad allestire regie presso la Casa Circondariale di Siena, Santo Spirito, la Casa Mandamentale di Massa Marittima, nelle in strutture per anziani, Villa Rubini-La Mimosa e a condurre un laboratorio teatrale al Carcere Minorile di Firenze. Nel suo lavoro egli ha approfondito ed applica il metodo conosciuto come drama therapy, sviluppato da Jacob Moreno per aiutare persone con disturbi post traumatici. Tale metodo in tempi più recenti è stato applicato anche per aiutare soggetti che esprimevano disagi diversi da quelli post traumatici, specie i giovani, affinché potessero superare disagi causati da esperienze familiari e di vita negative e rafforzare la sfera relazionale. Il suo lavoro si è inserito perfettamente in questo approccio alle problematiche del disagio giovanile. |