Il 1946, le Donne, la Repubblica
Il giorno giovedì 10 marzo, alle ore 10:30, nell'Aula magna dell'Istituto “Sallustio Bandini” di Siena, si è tenuta la manifestazione Il 1946, le Donne, la Repubblica, per ricordare il settantesimo anniversario della prima volta in cui le donne italiane esercitarono il diritto di voto.
All'incontro, organizzato dal Lions Club International, intervengono l'onorevole Susanna Cenni e la professoressa Patrizia Gabrielli dell'Università di Siena. Sono previste letture di Duccio Barlucchi.
1946: le donne votano, le donne sono elette
Patrizia Gabrielli, storica e docente all’Università di Siena e Arezzo, sin dalle prime pagine della sua preziosa ricerca, ci introduce nel clima culturale, sociale e politico che ha caratterizzato il primo voto delle donne in Italia. Nel libro Il 1946, le Donne, la Repubblica (Donzelli Editore, 2009), l’autrice racconta il coraggio e la determinazione delle donne, fuori e dentro ai partiti, per ottenere ed esercitare il pieno diritto al voto e la possibilità di essere elette in tutti gli organismi dello stato. Quest’ultimo diritto verrà sancito soltanto il 10 marzo del 1946 con un decreto governativo che permetterà eleggibilità nelle imminenti consultazioni amministrative e nel referendum del 2 giugno per la nascita della Repubblica italiana. La prof.ssa Gabrielli ci ricorda che quel risultato è merito anche del lavoro dei movimenti femminili e della capacità che hanno avuto di stare insieme e collaborare nonostante le diversità e le differenti appartenenze politiche.
Tante le protagoniste impegnate per l’uguaglianza dei diritti di rappresentanza politica nella nostra democrazia. Di alcune vengono riportate riflessioni, memorie e discorsi ufficiali, come per Angela Guidi Cingolani, Teresa Mattei, Nilde Iotti, Maria Comandini Calogero, Anna Garofano, Nadia Spano, Giuliana Nenni, Rita Montagnana Togliatti e la senese Bruna Talluri, partigiana e attivista nellUDI. Tutte diverse e tutte unite per affermare l’uguaglianza dei diritti e l’emancipazione delle donne, senza le quali non è possibile creare una vera democratica.
Il libro tratta tantissimi argomenti, dal cambiamento sociale al nuovo ruolo della donna, non più dedita solo alla famiglia ma anche ai propri ideali. Non mancano le voci contrarie al voto sia all’interno dei partiti che fuori, documentate attraverso la voce di noti esponenti del cinema e del teatro come, Gino Cervi, Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, tutti convinti che la politica potesse distrarre le donne dalle cure familiari.
Nell’ultima parte del testo, mentre si sottolinea il contributo dato dalle donne al referendum del 1946 (ben l’89,2% delle aventi diritto si recò a votare), si mette contemporaneamente in evidenza lo scarso numero delle elette all’assemblea costituente, 21 su un totale di 556 eletti. In lista vi erano ben 226 donne.
A 70 anni da quel primo voto, pur riconoscendo i progressi e l’elezione di molte più donne nelle diverse istituzioni dello Stato, possiamo condividere le conclusioni dell’autrice quando afferma che “La Repubblica ha faticato a riconoscere alle donne la possibilità di rappresentarla, ha marginalizzato la loro presenza nei luoghi decisionali della politica, […] nelle direzioni dei partiti […], facendo così della democrazia italiana una democrazia incompiuta”. Un monito per non dimenticare che la strada dell’uguaglianza reale e dell’emancipazione femminile è ancora lunga, e che la democrazia ha bisogno delle donne come le donne della democrazia.